Uccelli Urinatori.

Strolaga piccola

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Animali

INTRODUZIONE - TUFFOLI - SVASSO COMUNE o MAGGIORE (Podiceps cristatus)

TUFFETTO (Poliocephalus ruficollis) - COLIMBI - STROLAGA MEZZANA (Colymbus arcticus) - STROLAGA MAGGIORE (Colymbus immer) - STROLAGA PICCOLA (Colymbus stellatus) - URIE

COLOMBO DI GROENLANDIA (Cepphus grylle) - URIA TROILE (Uria troile) - MERGOLO (Mergulus alle) - FALERI - STORICK (Phaleris cristatella) - ALCHE - PULCINELLA DI MARE (Fratercula arctica)

ALCA TORDA (Alca torda) - ALCA IMPENNE (Pinguinus impennis) - APTENODITI - APTENODITE PATAGONICA o PINGUINO REALE (Aptenodytes patagonica) - SFERNISCO DEMERSO o PINGUINO DI JAKASS (Spheniscus demersus) - EUDIPTE DORATO (Eudyptes chrysocoma)

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VITA DEGLI ANIMALI - UCCELLI - URINATORI

TUFFETTO (Poliocephalus ruficollis)

Ancor più comune dello svasso è il Tuffetto, amabilissima creatura, lunga intorno ai venticinque centimetri, con ali di dieci ed apertura alare di quarantacinque. Il suo piumaggio, nell'abito nuziale, è nero-lucente con riflessi brunicci sulle parti superiori del corpo, bianco-grigio sulle parti inferiori, nericcio sulla gola ed in una regione antistante l'occhio, bruno-rosso-castano sulla testa e sui lati del collo; ha gli occhi bruno-rossicci, le redini verdi-gialle, il becco nero alla punta e verde-giallo alla radice, il piede nericcio nel lato esterno e corneo-chiaro internamente. Dopo la muta d'autunno, le parti superiori sfumano nel grigio-bruno, le inferiori diventano bianche e come di raso, la testa ed il collo appaiono grigio-chiari. L'area di diffusione del Tuffetto coincide con quella dell'affine maggiore, con l'unica differenza che, in inverno, ne arriva fino all'Africa un numero superiore di individui; le sue sedi preferite si trovano intorno agli stagni tranquilli ed abbondantemente provvisti di canne, nonché tra i pantani e le paludi, sempre che le loro acque siano torbide e fangose, poiché, in queste condizioni, gli si offrono più abbondanti occasioni di rintracciare gli insetti e le loro larve, che costituiscono la parte essenziale del suo cibo. I movimenti e l'indole di questa specie non si discostano dalle regole generali della famiglia cui essa appartiene: più leggero degli affini di maggiori proporzioni, si sposta nell'acqua con celerità anche maggiore, mentre il suo volo è malagevole e segnato da continui e rumorosi colpi d'ala. Nelle sue sedi invernali appare abbastanza confidente nei confronti dell'uomo, sebbene, generalmente, sia pronto ad allontanarsi ed a nascondersi di fronte a qualsiasi presenza estranea: e queste doti di prudenza appaiono largamente accentuate quando vive nelle dimore estive. Ha una voce breve e fischiante, che, specie nel periodo degli amori, viene emessa così di frequente da assumere la consistenza fonetica di un trillo. Il nido del Tuffetto si rintraccia tra cannucce, erbe ed altre piante acquatiche all'interno degli stagni, raramente nascosto e sempre distante dalle rive: è un ammasso di materiali, simile a quello dello svasso, ma proporzionalmente più grande e munito di una conca più piatta. Verso la fine di aprile o in maggio vi si possono trovare da tre a sei piccole uova, che vengono covate alternativamente dai due coniugi per venti o ventun giorni, dopodiché ne sgusciano i piccini, attorno ai quali si manifesta tutta la sollecitudine del padre e della madre, interessati a proteggerli e ad istruirli.

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COLIMBI

I Colimbi, o Strolaghe, sostituiscono i tuffoli, che, come sappiamo, vivono, quasi esclusivamente in prossimità delle acque dolci, sul mare. Se ne conoscono soltanto poche specie, che tutte si distinguono da quelle della precedente famiglia per avere mole maggiore, collo più corto, testa più voluminosa, becco più robusto, piedi muniti di palmature complete, ali corte e piumaggio fittissimo ed aderente, i cui colori variano in relazione alla stagione ed all'età. Le diverse specie di Colimbi sono tutte molto vicine nei vari aspetti dell'indole e del fare; per questo, raccoglieremo in un discorso unitario tutto quanto possa riferirsi ai loro costumi.

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STROLAGA MEZZANA (Colymbus arcticus)

La Strolaga Mezzana, o Colimbo Glaciale, è un elegante uccello di circa novanta centimetri, ali di quaranta ed apertura alare di un metro e mezzo. Il suo abito estivo è di color nero-scuro con macchie bianchicce sulle parti superiori, nero-verdiccio sulla testa e sul collo, segnato quest'ultimo da un collare, interrotto posteriormente ed anteriormente e formato da striature trasversali bianche e nere; ai lati della parte superiore del petto appaiono delle strisce longitudinali bianche e nere, mentre il resto delle parti inferiori è bianco-sericeo. L'occhio è bruno-chiaro, il becco nero, il piede grigio esternamente ed internamente carnicino-rossiccio. Nell'abito invernale intervengono alcuni cambiamenti: le parti superiori e laterali divengono generalmente nericce, le inferiori completamente bianche, i lati dell'ingluvie neri con macchie longitudinali. Il Colimbo Glaciale abita l'estremo nord dell'antico mondo e particolarmente le coste del mare in Groenlandia, nello Spitzberg, nella Russia europea ed asiatica; è meno frequente in Islanda, nelle isole Fär Oër, nelle Ebridi e nelle Orcadi, e d'inverno escorre, benché di rado, fino in Germania, visitandone, talvolta, i corsi d'acqua.

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STROLAGA MAGGIORE (Colymbus immer)

Lunga fino a settantacinque centimetri, ne ha cinque di coda e trentacinque d'ala: la sua apertura alare raggiunge il metro e trenta centimetri. E' quindi un po' più piccola dell'affine precedente, alla quale, tra l'altro, somiglia nei colori e nel disegno. L'alto del suo capo e la parte posteriore del collo sono di una cupa tonalità grigio-cenere, il dorso e le ali nero-scuri; una zona della parte superiore del dorso ed un'altra della parte posteriore dell'ala presentano delle macchie bianche, mentre punteggiature azzurrognole si vedono sulla parte anteriore dell'ala stessa. I lati del collo sono segnati da striature longitudinali nere e la sua parte posteriore mostra un nastro trasversale bianco, striato di nero; i fianchi sono segnati da macchie longitudinali nericce e le parti inferiori sono bianche. L'occhio è bruno-chiaro, il becco nero, il piede esternamente grigio ed internamente rossiccio-carnicino. La Strolaga, o Colimbo Polare, appartiene, quanto alla sua area di diffusione, piuttosto alle regioni orientali: in Europa, è rara dovunque ad eccezione della Russia settentrionale, mentre è comune in Siberia e si incontra pure all'estremo nord dell'America settentrionale. Nel corso della sua migrazione invernale, essa visita la Russia meridionale e occidentale, la Danimarca, la Germania, l'Inghilterra e l'Olanda.

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STROLAGA PICCOLA (Colymbus stellatus)

E' la minore di tutte le affini e misura in lunghezza, al massimo sessantacinque centimetri, con coda di cinque, ali di trenta ed apertura alare di poco superiore al metro. Il suo abito è grigio-cenere sui lati della testa e del collo, nero e strisciato di bianco sul retro di questo, bianco sulle parti inferiori e nero con macchie chiare longitudinali all'ingluvie ed ai lati del petto. L'occhio è rosso-bruno, il becco nero, il piede bruno-scuro esternamente e grigio-azzurro all'interno.

Strolaga piccola

La Strolaga Piccola abita le stesse regioni delle affini precedenti. Tutti i Colimbi sono veri uccelli di mare e non visitano le acque dolci che nel periodo della loro riproduzione e nel corso delle loro migrazioni. Come i tuffoli, essi svolgono quasi tutti i movimenti e compiono ogni loro funzione nell'acqua, nella quale si destreggiano con abilità grandissima, sia che si tratti di avanzare a grande velocità, di riposare, di divertirsi o di cercare cibo; si tuffano abilmente sotto la superficie dell'acqua e colà scorrono con la rapidità d'una freccia, lasciandosi indietro i pesci più celeri: tutto ciò avviene, si può dire, fin dal primo giorno di vita. I loro spostamenti sul terreno sono faticosissimi, addirittura penosi, poiché essi non riescono a muoversi, stando in piedi, ma sono costretti a trascinarsi con l'aiuto del becco, del collo, delle ali e dei piedi; in volo valgono di più, ed anzi ci si meraviglia nel vederli solcare l'aria a discreta velocità e sia pure a prezzo di un continuo battito d'ali. Particolarmente attraenti sono i voli che compiono per lanciarsi in mare dall'alto delle coste, muovendo le ali solo per quel poco che basta a dare al corpo una direzione obliqua, e giungendo nelle onde e sprofondandovi ad altissima velocità. Dotate di una forte voce, che la maggior parte dei naturalisti definisce sgradevole a sentirsi, le strolaghe hanno, poi, sensi uniformemente ed abbondantemente sviluppati, e facoltà intellettuali non del tutto mediocri. Finché vivono in mare, le strolaghe non si nutrono d'altro che di pesce, raccolto sul fondo e portato alla superficie, oppure inseguito e catturato a pelo d'acqua; non sono molto voraci e, quindi, non abbisognano di grandi quantità di cibo, ma hanno bisogno che si tratti, sempre, di cibo vivo, di pesci vivi: abituarle a mangiare carni morte è difficilissimo anche in cattività. I piccoli e tranquilli stagni d'acqua dolce, non lontani dalla costa del mare e magari collocati ad una certa altezza dal suo livello, offrono alle coppie le sedi più ideali per la loro nidificazione. Nell'epoca della riproduzione è più che mai facile udire la voce di questi uccelli, specie alla sera, quando si lanciano in mare per pescare. I nidi stanno sulle rive o sulle isolette nel bel mezzo degli stagni, e sono costruzioni sommarie, semplici accozzaglie di sostanze vegetali le più disparate in essi si possono trovare due uova di color verde-olio cupo con macchie grigio-cinerine e punti bruno-rossicci, alla cui cova si dedicano con cura equivalente i due genitori. I piccini sono mobili e spigliati fin dal primo, giorno di vita: padre e madre cercano, tuttavia, di sorvegliarli e di istruirli, andando a cercare il cibo in mare quando lo stagno non sia abbastanza ricco di pesci, anche dopo che abbiano imparato a provvedervi da soli, e con una certa abilità. Solo dopo aver imparato a volare perfettamente i nuovi nati si possono dire veramente indipendenti: allora si dirigono alla volta del mare, ed a partire da quel momento vivono al modo stesso dei genitori.

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URIE

Appartengono alla famiglia delle Urie uccelli caratterizzati da torso robusto, collo corto, testa grossa, becco di media lunghezza ed inoltre più o meno snello, superiormente convesso, inferiormente dolcemente angoloso, compresso e striato ai lati; hanno, poi, ali piuttosto brevi ed in parte quasi rudimentali, i piedi a tre dita, riunite da ampie palmature, coda corta, composta di dodici penne e piumaggio strettamente aderente e sfilacciato. Le Urie appartengono tutte al Mar Glaciale Artico, ai suoi stretti ed ai suoi seni, e solo nelle migrazioni invernali superano i confini tradizionali. Veri uccelli marini, non si accostano alla terraferma che nel tempo della riproduzione; naturalmente nuotano e si tuffano con grande abilità, volano ancora abbastanza bene e camminano a gran fatica. Hanno sensi acuti e facoltà intellettuali non del tutto mediocri, se si considera che l'ambiente, in cui vivono, offre loro ben scarse possibilità di affinarle.

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12 Ago. 2025 1:15:56 am

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